TUMORI: PROSTATA, GIUSTA TERAPIA DA TEAM MULTIDISCIPLINARE
Sono 43 mila/anno,ma 60% a basso rischio di cui metà molto basso (ANSA) - MILANO, 10 GIU - Sono 43 mila ogni anno, in Italia, i nuovi casi di tumore alla prostata. Ma il 60% è 'a basso rischiò e metà di questi è da considerare a rischio 'molto bassò. In alcuni casi bisogna operare ma su altri si deve solo sorvegliare. Per cui non c'è e non può esserci una cura uguale per tutti. Lo spiegano gli specialisti della Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO) e del Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (Cipomo), a Milano per presentare i risultati della seconda fase del 'Progetto PerStep'. «Oggi abbiamo molte strategie efficaci (questo tumore ha una sopravvivenza a 5 anni dell'85%) - dice Giario Conti, Presidente SIUrO - che ci consentono di poter decidere col paziente, qual è la soluzione migliore nel suo caso. Valutando pro e contro all' interno di un team multidisciplinare». La multidisciplinarietà, continua Conti, «è un approccio vincente che vede urologi, oncologi, radioterapisti, patologi e psicologi lavorare in sinergia nell'ottica di una migliore gestione del paziente». Ed è quello che ha iniziato a fare il 'Progetto PerStep', partito nel 2012 in 4 centri specialistici (Istituto Tumori Milano, Ospedale Sant'Anna di Como, Ospedale San Giovanni XXIII di Bergamo e Policlinico Sant'Orsola Malpighi di Bologna). Nel giugno 2013 a questi Centri se ne sono uniti altri 18, perchè si è visto che l'approccio multidisciplinare - osserva Tiziana Magnani, project manager del progetto - dà 3 vantaggi: garantisce una migliore informazione del paziente, che così è in grado di scegliere tra le diverse opzioni terapeutiche proposte; ci sono più probabilità che vengano seguite le Linee guida; le terapie si rivelano più efficaci«. E Conti fa notare che davanti a una pluralità di approcci diversi, è più facile che non si commetta l'errore di intervenire su un cosiddetto tumore indolente, fra quelli a rischio molto basso, che è molto meglio sottoporre soltanto a una 'sorveglianza attivà, limitarsi cioè a osservare nel tempo come si comporterà il tumore, per decidere se e quando intervenire». (ANSA). BRA 10-GIU-14 15:06 NNN
PERSTEP: SALUTE, TUMORE ALLA PROSTATA, PREVENIRE E CURARE
(AGIELLE) - MILANO - La cura migliore per il tumore alla prostata? Impossibile dare una risposta univoca ai quasi 43mila italiani che ogni anno si trovano a dover fare i conti con questa diagnosi. "Non esiste il trattamento giusto in assoluto - spiegano gli specialisti della Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO) e del Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (CIPOMO) riuniti oggi a Milano per presentare i risultati della seconda fase del progetto PerSTEP, Percorso Teorico Pratico in ambito uro-oncologico -. Oggi abbiamo molte strategie efficaci, che ci consentono di poter decidere, insieme al paziente, qual è la soluzione migliore nel suo caso. Valutando pro e contro con lui e all'interno di un team multidisciplinare". "Ecco perché è fondamentale che gli tutti uomini, davanti a una diagnosi, siano informati su tutte le opzioni a disposizione e possano valutare bene i pro e i contro di ogni scelta - spiega G iario Conti, presidente SIUrO -. La multidisciplinarietà rappresenta un approccio vincente che vede urologi, oncologi, radioterapisti e psicologi lavorare insieme nell'ottica di una migliore gestione del paziente. Alcuni studi scientifici lo hanno dimostrato e i risultati ottenuti con il progetto PerSTEP lo confermano: gli esiti sono migliori se a seguire il malato c'è un team e non un singolo specialista". Il progetto PerSTEP, ideato dalla SIUrO e dal CIPOMO e sostenuto in modo non condizionante da Sanofi, è nato nel 2012 con l'obiettivo di diffondere in pratica un nuovo modello organizzativo per trattare il cancro alla prostata in modo impostato sulla multidisciplinarietà e la multiprofessionalità. L'iniziativa ha avuto una prima fase (giugno – dicembre 2012) durante la quale 4 centri pilota (Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano; Ospedale Sant'Anna, Como; Policlinico Sant'Orsola Malp ighi, Bologna; Ospedale San Giovanni XXIII, Bergamo), diversi tra loro per modalità organizzativa e tipologia di pazienti, alcuni dei quali già operanti con una logica multidisciplinare, hanno condiviso la propria esperienza per arrivare a strutturare un approccio multidisciplinare o migliorare quello già attivato. È seguita una seconda fase iniziata nel luglio 2013 a cui hanno aderito 18 centri rappresentativi dell'eterogeneità della sanità in Italia. - (agiellenews.it).
Nel caso di tumore alla prostata è stato scoperto che è possibile guarire con un protocollo multidisciplinare applicato su 18 strutture italiane. La Lombardia diventa così punta di diamante nella sperimentazione e ricerca, con un conseguente risparmio su sanità e benessere delle persone.
Inoltre, "davanti a una pluralità di approcci diversi, è più facile che non si commetta l'errore di intervenire su un cosiddetto tumore indolente, fra quelli a rischio molto basso, che è molto meglio sottoporre soltanto a una 'sorveglianza attiva', limitarsi cioè a osservare nel tempo come si comporterà il tumore, per decidere se e quando intervenire" (Dott. Giario Conti, Presidente SIUrO).-
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