Per gli ospedali ritorno all'investimento nel 2015. Ma sul futuro pesano incertezza economica e grande attenzione al tema della crescita dei costi
Una ricerca internazionale di GE Capital svela tra i responsabili acquisto delle Aziende Ospedaliere maggiore ottimismo sul futuro, ma una gestione non efficente dei costi potrebbe rallentare lo sviluppo
Milano, 3 dicembre 2014 - Gli ospedali e le strutture a capitale privato nelle principali Economie Occidentali sono più fiduciosi sulle prospettive di crescita per il prossimo anno, nonostante l'aumento dei costi e la continua incertezza economica, e questo trend si registra anche in Italia. Tale moderato ottimismo si traduce in un aumento delle decisioni di acquisto e di investimento con ricadute positive sull'economia e sul livello di soddisfazione dei pazienti. È quanto emerge dalla Ricerca Hospital Sentiment Report di GE Capital, divisione finanziaria di General Electric. L'indagine è stata condotta attraverso interviste a dirigenti con responsabilità di bilancio e acquisto in oltre 380 strutture ospedaliere, pubbliche e private, in otto mercati internazionali*.
Quasi due terzi – il 62% - delle strutture private e il 55% degli ospedali pubblici europei intervistati hanno dichiarato di attendersi per il 2015 una crescita moderata o addirittura significativa, il 46% ha dichiarato che a ciò corrisponderà un miglioramento della redditività. Gli ospedali pubblici si mostrano più prudenti dei privati sull'impatto di tale crescita avrà sulle performance economiche: solo il 27% infatti si è detto fiducioso sul miglioramento dei bilanci nel breve termine. Non a caso la "salute finanziaria" di partenza di Pubblico e Privato risulta profondamente diversa: se il 55% degli ospedali privati dichiara bilanci 2013 in utile, tale percentuale si riduce ad un 15% nel settore pubblico.
Per quanto riguarda l'Italia il 56% delle strutture private prevede una crescita nei prossimi anni, percentuale che si riduce significativamente al 28% nelle strutture pubbliche. In ottica comparativa il nostro Paese si colloca a circa metà graduatoria: se si guarda infatti alle altre quattro principali economie europee (Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna) nel settore privato le nostre aziende sono più ottimiste di quelle francesi e tedesche, nel settore pubblico si collocano avanti agli ospedali inglesi e a quelli tedeschi.
Diverse sono le ragioni che inducono i dirigenti ospedalieri ad aumentare gli acquisti e gli investimenti, tra queste spiccano la necessità di rispondere all'obsolescenza delle apparecchiature esistenti (16%) e la necessità di incrementare l'efficienza (17%). Nel caso in cui abbiano deciso di non investire lo fanno principalmente a causa della situazione economica generale (lo ha dichiarato il 30% degli intervistati).
In termini generali la ricerca evidenzia una chiara tendenza verso l'aumento dei costi ospedalieri in tutto l'Occidente - lo prevede il 40% del panel - contro un più misero 18% che dichiara di aspettarsi una diminuzione. Più di un terzo di coloro che prevedono un incremento dei costi indica un aumento medio compreso tra il 5-15%, che sale al 30% per il 17% degli intervistati.
Altri risultati chiave della ricerca:
• tra i canali di finanziamento preferiti, i manager ospedalieri citano le banche tradizionali, seguiti dagli operatori specializzati nel leasing medico-ospedaliero;
• quando si tratta di reperire risorse per dotarsi di nuove apparecchiature le aziende ospedaliere propendono per il noleggio operativo, per il leasing, e l' acquisto a titolo definitivo soprattutto in ambito pubblico – per effetto delle sempre più numerose centrali di acquisto (CONSIP a livello nazionale);
• i maggiori investimenti ospedalieri saranno indirizzati verso le apparecchiature di imaging e i macchinari di sala operatoria.
Uno sguardo all'Italia
A quanto emerge dalla Ricerca di GE Capital le aziende ospedaliere italiane sono piuttosto caute circa la redditività futura e la capacità di erogare un servizio migliore per i pazienti. Come risultato, sono alla ricerca di soluzioni capaci di migliorare la loro "salute finanziaria". Il settore pubblico, per esempio, sta percorrendo la strada di una sempre maggiore focalizzazione sui servizi e le prestazioni che soltanto una struttura ospedaliera può erogare. Tra i manager ospedalieri pubblici intervistati, il 92% ha preso in considerazione la possibilità di esternalizzare alcuni servizi (non core), diventa la metà circa tra i responsabili delle strutture ospedaliere private. Imaging, manutenzione e personale sono i servizi presi maggiormente in considerazione quando si tratta di outsourcing.
La "salute finanziaria" degli ospedali risulta la ragione principale che frena acquisti ed investimenti, insieme alla mancanza/impossibilità di impegnare fondi a valere su più esercizi. Il leasing è lo strumento finanziario preso maggiormente in considerazione dagli ospedali italiani (lo dichiara il 33% degli intervistati), seguito dai finanziamenti bancari.
"Le condizioni di mercato in cui lavorano gli operatori sanitari rimangono difficili in Italia come nella maggior parte dei Paesi Occidentali. Le aziende ospedaliere pubbliche e private, infatti, devono far fronte da una parte alla pressione del Mercato e dei Governi per raggiungere e mantenere modelli economici sostenibili dall'altra alla crescente domanda da parte di pazienti di trattamenti all'avanguardia. Si aggiunga che ci si aspetta che questi obiettivi siano centrati il più delle volte con risorse insufficienti e questa tendenza è destinata a persistere. Tuttavia, i risultati della ricerca mostrano che molti operatori sono fiduciosi nella propria capacità di centrare gli obiettivi in un prossimo futuro, attraverso guadagni di efficienza, una migliore organizzazione, l'ottimizzazione dei processi e il ricorso a strumenti finanziari diversificati e capaci di garantire i necessari investimenti", ha dichiarato Luca Alparone, Healthcare Financial Services Sales Leader di GE Capital Italia.
"Lo studio conferma il sentimento positivo nella ripresa sostenuta degli investimenti nel settore sanitario" ha commentato Marco Campione, Presidente e AD di GE Healthcare Italia.
"La tecnologia si pone infatti come elemento chiave per una sostenibilità del sistema nel lungo periodo in un'ottica di produttività anche nel breve. La riduzione degli sprechi e l'aumento dell'accesso ai servizi sanitari di qualità è una sfida che si può vincere. Vediamo, tra l'altro, un interesse crescente nell'utilizzo di soluzioni finanziarie innovative per la gestione degli investimenti in tecnologia che consentano agli operatori sanitari di focalizzarsi sulla tutela della salute dei cittadini utilizzando dispositivi medici all'avanguardia".
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