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giovedì 6 ottobre 2016

John Brownstein vince ​il Premio Lagrange – Fondazione CRT 2016


Il più importante riconoscimento internazionale nella scienza della complessità va a un pioniere dell'epidemiologia digitale, il settore che studia le tracce lasciate dagli utenti su Internet per migliorare la salute pubblica 

John Brownstein è il vincitore dell'edizione 2016 del Premio Lagrange – Fondazione CRT. Il ricercatore canadese, professore alla Harvard Medical School e direttore del Computational Epidemiology Group del Boston Children's Hospital, succede a Panos Ipeirotis e Jure Leskovec nell'Albo d'Oro del primo e più importante riconoscimento internazionale dedicato allo studio dei sistemi complessi, promosso da Fondazione CRT di Torino con il coordinamento scientifico di Fondazione ISI.

Queste le motivazioni che hanno spinto i giurati del Premio Lagrange – Fondazione CRT ad assegnare il riconoscimento allo scienziato:

Il Premio Lagrange - Fondazione CRT viene conferito al professor John Brownstein per lo straordinario lavoro interdisciplinare svolto all'intersezione fra l'epidemiologia digitale, la modellizzazione computazionale e la salute pubblica, che ha aperto la strada ad una più profonda comprensione della complessità dei sistemi sanitari. Il professor Brownstein è noto soprattutto per la sua ricerca di nuovi metodi e applicazioni nella sorveglianza sulla salute pubblica ed è uno studioso davvero straordinario nel sensibilizzare il pubblico su delicate questioni di carattere sanitario. Il suo lavoro ha consentito progressi notevoli nel controllo e nella prevenzione delle patologie e nello sviluppo di innovativi sistemi sanitari pubblici, tra cui HealthMap.org: un sistema Web di intelligence epidemiologica utilizzato per monitorare la diffusione globale delle malattie infettive.

John Brownstein può essere considerato uno dei pionieri dell'epidemiologia digitale. Complice l'espansione delle reti di comunicazione, della connettività e dei servizi per dispositivi mobili, questo dinamico settore di ricerca sta rivoluzionando il mondo della salute pubblica. La possibilità di usufruire di fonti di dati "non tradizionali", come quelli provenienti da social network, blog, chat, siti e piattaforme di crowdsourcing, si affianca alle informazioni raccolte dai classici sistemi sentinella, aiutando a rafforzare i modelli di sorveglianza e a controllare e prevedere l'evoluzione delle malattie epidemiche (dalla semplice influenza stagionale alle pandemie globali).

«Ne abbiamo avuto esempi recenti con il contributo che gli epidemiologi digitali hanno offerto alle istituzioni sanitarie internazionali per fronteggiare l'avanzata dei virus Ebola e Zika», sottolinea il presidente della Fondazione ISI di Torino, Mario Rasetti. «Si tratta di nuove strade aperte dagli strumenti della scienza dei sistemi complessi e dalle nuove tecniche di analisi della scienza dei dati, in una fusione che sta portando alla nascita di un unico linguaggio, essenzialmente di intelligenza artificiale».

«Il lavoro pionieristico di John Brownstein in campo medico-sanitario dimostra come le nuove frontiere della scienza passino in modo crescente attraverso la capacità di saper trarre da una massa indistinta di dati un patrimonio di informazioni di fondamentale rilevanza per il raggiungimento del progresso alla base del miglioramento della qualità della vita del singolo individuo afferma il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci –: è attorno a questi temi che si gioca la competitività del nostro Paese e del nostro territorio. Del resto, sono convinto che la nuova era dei Big Data possa rivoluzionare anche la filantropia, trasformando i dati in 'combustibile' utile per la crescita del non profit come settore generatore di elevato valore per la Società in ogni suo ambito».

La scelta di John Brownstein – autore molto prolifico, con all'attivo oltre 150 articoli pubblicati su riviste peer-reviewed, spesso ripresi da media mainstream come il New York Times e il Wall Street Journal, BBC e CNN, Science e Nature – conferma due aspetti chiave nella storia del Premio Lagrange – Fondazione CRT: il primo è la capacità di riconoscere e premiare personalità che si muovono sempre all'avanguardia nel rapporto tra scienza, società contemporanea e vita quotidiana; il secondo è l'inclinazione verso uno sguardo interdisciplinare, dettato anche dalla natura stessa dei sistemi complessi. 

Un'apertura alla varietà (anche di provenienza geografica) e all'interconnessione della moderna ricerca scientifica che è ben evidente nell'Albo d'Oro del Premio: dal 2008 sono stati premiati il matematico russo Yakov Gregorievich Sinai e l'economista britannico Bryan Arthur, il fisico romano Giorgio Parisi (2009), il bioingegnere statunitense James Collins (2010), il fisico ungherese (di origine romena con passaporto statunitense) Lazlò Barabasi (2011), l'esperta statunitense di reti sociali Lada Adamic e l'economista francese Xavier Gabaix (2012), il sociologo australiano Duncan Watts (2013), il fisico britannico Mark Newman (2014), i ricercatori di Big Data Painos Ipeirotis e Jure Leskovec (originari rispettivamente della Grecia e della Slovenia, entrambi trasferitisi negli USA e premiati nel 2015).

Il Premio Lagrange – Fondazione CRT è inserito nell'ambito del Progetto Lagrange, un'iniziativa ideata dalla Fondazione CRT per sostenere la cultura dell'innovazione e della ricerca: non solo con un riconoscimento emblematico e di carattere internazionale come il Premio, ma anche attraverso l'assegnazione di borse di dottorato e di ricerca applicata concentrate sul territorio locale, con l'obiettivo di aumentarne la competitività in una dimensione globale. Con un investimento di 40 milioni di euro, la Fondazione CRT ha sostenuto circa 700 giovani ricercatori, offrendo loro l'opportunità di inserirsi in un sistema virtuoso che mette in contatto università e imprese in un'ottica di crescita e sviluppo del Piemonte e della Valle d'Aosta.  

Come da tradizione, la consegna del Premio Lagrange – Fondazione CRT avviene in un evento speciale. Giovedì 6 ottobre 2016 alle ore 18, nel Foyer del Toro del Teatro Regio di Torino, in una serata aperta dallo spettacolo Il suono nello specchio interpretato da Emiliano Masala, John Brownstein riceverà il prestigioso riconoscimento alla presenza di Massimo Lapucci e Mario Rasetti. Un altro appuntamento che accompagna con puntualità la consegna del Premio è il rinnovo del programma di fellowship scientifiche internazionali della Fondazione ISI. 

 I nuovi Fellow per il triennio 2016-2018, presentati ieri  presso il Salone d'Onore della Fondazione CRT, sono: Luca Maria Aiello (Bell Labs Cambridge), David Gutelius (Motiva, The Data Guild), Alessia Melegaro (Università Bocconi) e Wouter Van den Broeck (iMinds).

www.isi.it @ISI_Fondazione #PremioLagrange16

La cerimonia di premiazione sarà trasmessa in diretta streaming su www.lastampa.it


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