"Close the Gap" è il tema scelto per la celebrazione di questo 1° dicembre: ridurre la distanza, colmare il divario per giungere alla fine della pandemia Aids entro il 2030. E' un piano ambizioso che sarà reso possibile solo attraverso l'intensificazione delle diagnosi, l'accesso alle terapie e l'abbattimento della carica virale nelle persone in trattamento farmacologico.
"Oggi milioni di persone affette da Hiv – afferma il Presidente Mario Marco Canale di ANDDOS – devono seguire un trattamento che li accompagna per tutta la vita, tuttavia i farmaci antiretrovirali costano meno rispetto al passato, esistono fortunatamente più centri per la diagnosi e i trattamenti e i nuovi modelli di cura sono più accessibili ai pazienti. Nei posti in cui le persone possono accedere a questi servizi, il numero delle infezioni diminuisce ogni anno. Per chi segue il trattamento e per chi fa soprattutto la giusta prevenzione e la tempestiva diagnosi, i risultati terapeutici hanno trasformato quella che era considerata una condanna a morte in una malattia cronica gestibile. Purtroppo l'aumento dei contagi per via sessuale anche nel nostro Paese è figlia di una diagnosi tardiva delle infezioni, soprattutto nelle giovani generazioni: come associazione nazionale, operante in tutta Italia oltre che a Roma, ci impegniamo quotidianamente in campagne informative di prevenzione, rimarcando sempre l'importanza dell'uso del profilattico e di sottoporsi periodicamente ai test salivari gratuiti presso i nostri circoli per evitare di scoprire di essere sieropositivi in un fase conclamata della malattia, mettendo anche a disposizione dei nostri 111.400 associati i nostri medici volontari per qualsiasi consulenza".



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