04/11/2014
"SEGNALAZIONE
DALLA FONDAZIONE PROMOZIONE SOCIALE"
"La
Sfida della tutela della salute tra nuove esigenze del sistema sanitario e
obiettivi di finanza pubblica".
Vi
invitiamo a riflettere con attenzione sul tema della salute, ed in particolare
alla specifica attenzione e considerazione riposta nei confronti dei diritti ed
esigenze dei malati non autosufficienti che ad oggi risultano essere purtroppo
oltre un milione di concittadini.
Siamo
quindi a condividere con tutti Voi un tema molto importante, considerando non
solo il proprio punto di vista, ma ascoltando la voce di chi come noi si impegna
quotidianamente nel circuito della Sanità.
I
MINISTRI DELLA SALUTE E DELL’ECONOMIA, I DEPUTATI, I SINDACATI E GLI
ESPERTI CONTINUANO AD IGNORARE I DIRITTI DEGLI ANZIANI MALATI CRONICI
NON AUTOSUFFICIENTI.
Deploriamo
con preoccupato sconcerto che nel documento “La sfida della tutela
della salute tra nuove esigenze del sistema sanitario e obiettivi di
finanza pubblica” approvato a conclusione di una indagine conoscitiva
nella seduta del 4 giugno 2014 dalle Commissioni riunite V (Bilancio,
Tesoro e Programmazione) e XII (Affari sociali) siano state
completamente ignorate le esigenze ed i diritti degli anziani malati
cronici non autosufficienti e delle persone con demenza senile, che non
solo riguardano oltre un milione di infermi (ed i relativi congiunti) ma
sono certamente e assolutamente indifferibili come per tutti gli altri
malati.
Le loro esigenze ed i loro diritti sono stati negati o
omessi dai Deputati delle sopra indicate Commissioni e dai numerosi
soggetti che hanno partecipato alle audizioni svolte dal 17 giugno al 30
ottobre 2013 (1).
Come è noto, in base agli articoli 1 e 2 della
54 Prospettive assistenziali, n. 187, luglio-settembre 2014 legge
833/1978 i malati cronici non autosufficienti hanno lo stesso identico
diritto alle cure sanitarie, con l’unica differenza di essere costretti
a corrispondere, sulla base delle loro personali risorse economiche
(redditi e beni), una parte dei costi delle prestazioni
semi-residenziali e residenziali. Da notare che nella premessa del
documento in esame è stata evidenziata la questione dell’invecchiamento.
Infatti viene rilevato quanto segue: «I sistemi sanitari del cosiddetto
“Welfare europeo” attraversano una fase di profondi mutamenti
determinati da numerosi fattori, quali le dinamiche di invecchiamento
della popolazione, i mutamenti del quadro epidemiologico, i costi
crescenti legati all’evoluzione della medicina e delle tecnologie
sanitarie, nonché la crisi economico-finanziaria e i vincoli di
finanza pubblica sempre più stringenti. Infatti, nei Paesi a economia
avanzata, a partire dal 2000, si è assistito ad una crescita sostenuta
della spesa sanitaria che, solo negli ultimi tre anni, ha subìto un
rallentamento legato alla crisi economicofinanziaria e alle conseguenti
manovre di contenimento dei costi». Inoltre è stato rilevato, ma senza
trarre le pur ovvie conseguenze, che «l’articolo 32 della Costituzione
stabilisce che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell’individuo e interesse della collettività. Si tratta di una norma
che è al contempo, programmatica, poiché impegna il legislatore a
promuovere idonee iniziative volte all’attuazione di un compiuto sistema
di tutela adeguato alle esigenze di una società che cresce e
progredisce, e precettiva, in quanto implica che l’individuo, come
cittadino, vanti nei confronti dello Stato un vero e proprio diritto
soggettivo alla tutela della propria salute, intesa non solo come bene
personale, ma anche come bene della collettività, che ha bisogno della
salute di tutti i suoi componenti per meglio crescere ed affermare i
propri valori».
GRAN BRETAGNA: NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI DI TUTELA DEI MINORI
Come
risulta dall’articolo “Gran Bretagna, bufera sui minori”, pubblicato su
Avvenire del 18 maggio 2014 «non si può privatizzare la cura
all’infanzia: i bambini sono troppo importanti per essere consegnati in
gestione ad aziende che ambiscono ad accumulare profitti. Ha assunto i
toni della protesta la presa di posizione di un folto gruppo di
accademici britannici contro il progetto del Governo, annunciato pochi
giorni fa, di voler privatizzare i servizi sociali che si occupano
della tutela dei minori. Ieri, in una lettera pubblica sul Guardian, 37
professori hanno espresso profonda preoccupazione di fronte alla
proposta dell’esecutivo guidato da David Cameron. La protezione del
minore – si legge nella lettera – non può essere gestita da compagnie
private perché queste sono spinte a produrre guadagni. «Il Governo si è
subito difeso dicendo che il progetto è solo a livello di consultazione e
che le autorità locali non saranno obbligate ad impiegare compagnie private per far fronte ai problemi dell’infanzia. «Ma per Ray Jones, professore alla Kingston University
e uno dei firmatari della lettera, solo l’idea di privatizzare questo
servizio sarebbe moralmente sbagliata, anche solo perché, ha spiegato,
scatenerebbe una gara tra le compagnie per accaparrarsi un contratto.
Praticamente la tutela del minore verrebbe commercializzata. Jones ha
poi spiegato ieri mattina dai microfoni della Bbc Radio4 che
società come G4S, Serco e Atos, potenziali gestori, hanno già fallito
nella gestione di altri servizi, tra cui quello della sorveglianza nelle
prigioni, e non hanno mai dimostrato interesse nello stare vicino ai
bambini vulnerabili o a conoscere il tessuto sociale in cui sono nati e
cresciuti.
«Per Amanda
Kelly, Direttore di Impower, un’azienda di consulenza che lavora anche
per la sanità, il Governo starebbe cercando di mettere riparo ad
emergenze in alcune zone del Paese dove i servizi per l’infanzia sono
stati particolarmente criticati, come ad esempio a Birmingham e
Doncaster. Un piccolo numero di autorità locali – ha dichiarato – ha
ricevuto gravi accuse negli ultimi tempi di aver gestito male i servizi
per l’infanzia con diversi casi finiti
tragicamente».
PAPA FRANCESCO: DIFFICILE LA CONVERSIONE DEI CORROTTI
Riportiamo
le parti salienti dell’omelia pronunciata da Papa Francesco nella messa
celebrata nella Basilica di San Pietro il 27 marzo 2014 per un gruppo
di oltre 500 Parlamentari italiani. Gesù guarda il popolo e si commuove.
Perché lo vede come «pecore senza pastori», così dice il Vangelo. E va
dai poveri, va dagli ammalati, va da tutti, dalle vedove, dai lebbrosi a
guarirli. E parla loro con una parola tale che provoca ammirazione
nel popolo: «Ma questo parla come uno che ha autorità!», parla
diversamente da questa classe dirigente che si era allontanata dal
popolo. Ed era soltanto con l’interesse nelle sue cose: nel suo gruppo,
nel suo partito, nelle sue lotte interne. E il popolo, là… Avevano
abbandonato il gregge. E questa gente era peccatrice? Si. Si, tutti
siamo peccatori, tutti. Tutti noi che siamo qui siamo peccatori. Ma
questi erano più che peccatori: il cuore di questa gente, di questo
gruppetto con il tempo si era indurito tanto, tanto che era impossibile
ascoltare la voce del Signore. E da peccatori, sono scivolati, sono
diventati corrotti. È tanto difficile che un corrotto riesca a tornare
indietro. Il peccatore, si. Perché il Signore è misericordioso e ci
aspetta tutti. Ma il corrotto è fissato nelle sue cose, e questi erano
corrotti.
SONO A CARICO DELLE SCUOLE PARIFICATE GLI ONERI RELATIVI AGLI INSEGNANTI DI SOSTEGNO
Con
la sentenza del 29 aprile 2014, depositata in Cancelleria il 16 maggio
successivo, le Sezioni unite civili della Corte di Cassazione
Prospettive assistenziali, n. 187, luglio-settembre 2014 55 hanno
stabilito che sono a carico delle scuole parificate gli oneri economici
derivanti dall’assunzione degli insegnanti di sostegno, le cui
prestazioni sono indispensabili per garantire una corretta frequenza scolastica agli alunni con disabilità.
I
Giudici hanno rigettato la richiesta presentata da una scuola
parificata del rimborso di euro 28.729,22 importo corrisposto
all’insegante di sostegno di due alunni con disabilità «evidenziando
che, poiché la scuola paritaria al fine di ottenere la chiesta
parificazione deve assumere l’obbligo di garantire la integrazione
scolastica delle persone disabili “senza oneri per lo Stato”, non può
avere titolo al rimborso della spesa di che trattasi, rientrando gli
interventi di sostegno dei docenti specializzati per i disabili, tra gli
obblighi specificamente assunti al momento del chiesto riconoscimento
della parità».
GUIDA AI DIRITTI: OMESSI I DIRITTI ALLE PRESTAZIONI SOCIO-SANITARIE
In
data 12 maggio il Csa, Coordinamento sanità e assistenza fra i
movimenti di base ha inviato all’Associazione italiana persone Down la
seguente e-mail: «Vi ringraziamo per averci inviato la “Guida ai diritti
e alle agevolazioni per le persone con sindrome di Down e le loro
famiglie”, ma non comprendiamo in base a quali motivi non sia stato
segnalato il diritto alle prestazioni socio-sanitarie domiciliari,
semiresidenziali e residenziali sancito dai Lea (decreto del Presidente
del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001 Definizione dei livelli
essenziali di assistenza” (Lea) le cui norme sono cogenti in base
all’articolo 54 della Legge 289/2002), diritto confermato dalla
sentenza della Corte costituzionale n. 36/2013».
56
Prospettive assistenziali, n. 187, luglio-settembre 2014 Interrogativi
(segue dalla pag. 51) la disabilità e la famiglia “La nuova Brunella”
da parte della Fondazione Renato Piatti con la collaborazione
dell’Anffas (Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità
intellettiva e/o relazionale) di Varese e della Fondazione Istituto la
Casa della stessa città. Nell’ambito del piano concernente gli
“Interventi emblematici”, la Fondazione Cariplo ha erogato un contributo di 1.200.000 euro.
Nel centro verranno svolte le seguenti attività:
– prestazioni riabilitative e abilitative precoci per i bambini con autismo o con disturbi pervasivi dello sviluppo;
– residenzialità temporanea o permanente di persone adulte con disabilità intellettuale e/o relazionale;
– iniziative di formazione, ricerca e sperimentazione specifica sulla fragilità;
–
creazione di un punto di ascolto e di accompagnamento rivolto alle
famiglie in merito alle disabilità, alla non autosufficienza e alla
povertà.
Ai promotori e agli organizzatori dell’iniziativa rivolgiamo alcuni interrogativi:
•
non è emarginante la creazione di una comunità alloggio per la
residenzialità temporanea e ancor più per la sistemazione alloggiativa
permanente all’interno di una struttura riservata ad attività rivolte
esclusivamente a persone con disabilità intellettiva o relazionale?
• qual è la capienza massima prevista per la succitata comunità alloggio?
•
in base a quali motivi nei siti web della Fondazione Renato Piatti,
dell’Anffas e dell’Istituto la Casa di Varese non c’è alcuna
informazione in merito ai Lea, Livelli essenziali di assistenza
socio-sanitaria, le cui importantissime norme stabiliscono dal 2002 il
diritto esigibile delle persone con disabilità intellettiva alle
prestazioni domiciliari, semiresidenziali e residenziali?
• come
mai anche nel sito web dell’Asl di Varese non è segnalato l’obbligo
della stessa Asl di fornire le prestazioni sopra indicate, tanto più
che nell’invito predisposto per la posa della prima pietra del Centro
per la disabilità e la famiglia, viene segnalato che «la Direzione
sociale dell’Asl Varese ha riconosciuto l’importanza del progetto per la
realtà locale ma soprattutto il valore in termini di immagine del
servizio»?
• infine è vero che nel confermare «pieno sostegno
all’iniziativa» il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni,
il Commissario straordinario della Provincia di Varese, Dario Galli e il
Sindaco di Varese, Attilio Fontana, non hanno mai fatto cenno ai
vigenti diritti sanciti dai Lea?
Notizie:
Hanno partecipato alle audizioni i seguenti soggetti:
a)
rappresentanti di Istituzioni e Fondazioni di studio di settore: prof.
Elio Borgonovi, Presidente del Cergas-Bocconi; prof.ssa Sabina
Nuti,Responsabile del aboratorio Management e sanità della Scuola
superiore Sant’Anna di Pisa; prof. Davide Croce, Direttore del Centro di
ricerca in economia e management di sanità e nel sociale (Crems) della
Liuc Cattaneo; prof. Gualtiero Ricciardi, Coordinatore del Rapporto
Osservasalute dell’Osservatorio nazionale per la salute nelle Regioni
italiane; b) prof.ssa Carlotta De Franceschi, Presidente di Action
Institute; Rappresentanti di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti
del malato; Federazione italiana aziende sanitarie ed ospedaliere
Fiaso); Associazione italiana ospedalità privata (Aiop); Federazione
nazionale collegi infermieri (Ipasvi); c) Rappresentanti di Sindacati di
categoria Cgil, Cisl, Uil e Ugl; Sindacato autonomo medici italiani
(Snami), Associazione medici dirigenti (Anaao-Assomed); Coordinamento
italiano dei medici ospedalieri- Associazione sindacale dei medici
dirigenti (Cimo-Asmd); Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg);
Federazione italiana medici pediatri (Fimp); Associazione anestesisti e
rianimatori (Aaroi); Federazione patologi clinici, radiologi, medici del
territorio e dirigenti specialisti (Fassid); Sindacato unico medicina
ambulatoriale italiana (Sumai) e Associazione italiana odontoiatri
(Aio); d) Rappresentanti di Federazione nazionale degli Ordini dei
medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo); Federazione delle
Società medico scientifiche (Fism); Federazione italiana per la salute
pubblica e l’organizzazione sanitaria (Fispeos); Sindacato dei medici
italiani (Smi); Federazione veterinari e medici (Fvm); Federazione
patologici clinici, radiologi, medici del territorio e dirigenti
specialisti (Fassid); Associazione nazionale dentisti italiani (Andi);
Segretariato italiano giovani medici (Sigm); Federfarma; Federazione
ordini farmacisti italiani; Sindacato nazionale farmacisti dirigenti
del Ssn (Sinafo) e di Assobiomedica; e) Rappresentanti di
Farmindustria; Associazione nazionale industrie farmaci generici
(Assogenerici); Associazione nazionale per lo sviluppo delle
biotecnologie Assobiotec – Federchimica; Federazione italiana delle
Associazioni di volontariato in oncologia (Favo); Osservatorio italiano
salute globale e Movimento decrescita felice; f) Rappresentanti di
professioni sanitarie; Federazione nazionale dell’Ordine dei medici
chirurghi e degli odontoiatri; Federazione nazionale collegi infermieri
(Ipasvi); g) Rappresentanti di Associazione nazionale fra le imprese
assicuratrici (Ania); Associazione nazionale sanità integrativa (Ansi);
Fondo assistenza sanitaria integrativa (Fasi); Cassa assistenza
sanitaria quadri (Quas) e dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari
regionali (Agenas); h) Rappresentanti della Conferenza delle Regioni e
delle Province autonome; Struttura tecnica di monitoraggio aritetica
istituita presso la Conferenza Stato-Regioni (Stem), Confindustria,
Consip e dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa); i) dott. Francesco
Massicci, Ispettore capo dell’Ispettorato generale per la spesa sociale
della Rgs; l) Ministro della salute, Beatrice Lorenzin e m) Ministro
dell’economia e delle finanze, Fabrizio Saccomanni.
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