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mercoledì 19 novembre 2014

"Giungla Fondi e Polizze, rimborsi a singhiozzo per il super farmaco anti-epatite C."



La salute è il dovere primario di ogni paese civile e
il diritto inalienabile di ogni cittadino indipendentemente da ogni sua condizione sociale
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"Giungla Fondi e Polizze, rimborsi a singhiozzo per il super farmaco anti-epatite C."

ANSI ed MBA per i rimborsi ai farmaci anti-epatite C.

Articolo del 13 Novembre 2014- pubblicato dalla ADNKronos-


'Giungla' fondi sanitari integrativi, polizze assicurative per la salute e mutue private: non tutte rimborsano i farmaci, soprattutto quelli super-costosi come gli anti-epatite C, su cui si continua a discutere dopo l'accordo sul prezzo fra l'azienda produttrice del primo prodotto in arrivo, il Sovaldi (sofosbuvir), e l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Intesa raggiunta settimane fa, ma che non si è ancora concretizzata nell'erogazione a carico dello Stato del medicinale alle centinaia di malati italiani: mancano i soldi. Ebbene, chi può contare su una copertura sanitaria 'extra', in attesa che il Servizio sanitario pubblica provveda, va incontro a un panorama variegato: da zero rimborsi a Fondi dedicati a pochi super-manager, che già in tre casi, come verificato dall'Adnkronos Salute, stanno valutando la richiesta di copertura economica completa della terapia.
Un esempio è la Cassa autonoma di assistenza integrativa dei giornalisti italiani (Casagit), che ha pubblicato un annuncio in home page sul suo sito web: si specifica che "preso atto della sua erogazione da parte del Servizio sanitario nazionale per i casi più gravi la Casagit, attenendosi a quanto già previsto dalla normativa vigente, non potrà intervenire nella spesa per l'acquisto del farmaco" anti-epatite C. Alcuni Fondi come il Faschim, quello riservato ai lavoratori dell'industria chimica e farmaceutica, il Fasi (Fondo assistenza sanitaria integrativa per i dirigenti di aziende produttrici di beni e servizi) o il San.Arti (Fondo dei lavoratori dell'artigianato) non prevedono a priori il rimborso di farmaci di fascia A e C. Ma alcuni stanno correndo ai ripari.
"I fondi sanitari, le casse di assistenza e in particolare le società generali di mutuo soccorso - spiega Manuela Fabbretti dell'Associazione Nazionale Sanità Integrativa (Ansi) - sono molto sensibili a questa questione. Ad esempio, un nostro associato ha completato la fase di studio nel corso del 2014 per l'inserimento nei suoi piani sanitari rivolti alle famiglie di un rimborso per il farmaco contro l'epatite. La garanzia interviene con il vincolo della prescrizione medica, sopperendo all'attuale esclusione dal Servizio sanitario nazionale". La Società generale di mutuo soccorso in questione è la Mutua Basis Assistance (Mba), che ha proprio la 'mission' di porsi come "integrazione alle carenze a oggi evidenti del Ssn".
La Mba, 350.000 assistiti per 180.000 nuclei familiari, con un contributo annuo per le prestazioni da 500 a 2.000 euro l'anno, ha dunque voluto venire incontro ai pazienti con epatite C con un mini-rimborso: "Siamo attenti ai farmaci innovativi che arrivano sul mercato - sottolinea Massimiliano Alfieri, presidente di Mutua Basis Assistance - anche perché fra le nostre 'mission' c'è la prevenzione. Per questo nei nostri sussidi provvediamo al rimborso farmaci di classe A al 100% e di classe C (quota al netto di una piccola franchigia di 15 euro)".
Il Sovaldi, prosegue, "ha un costo molto alto, ma siccome la popolazione italiana affetta da Hcv è elevata, abbiamo appena inserito un sub-massimale di 5.000 euro l'anno per la cura di questa patologia con i nuovi medicinali: copriamo le spese fino a questa cifra, in modo da fare da 'ponte' finché non sarà il Ssn a pagarlo o il prezzo non si abbasserà. Siamo un fondo sanitario", e anche se il costo della terapia è molto più alto, "è il contributo che possiamo dare".
Secondo i dati dell'Anagrafe dei fondi sanitari integrativi del ministero della Salute, in Italia ci sono 337 Fondi sanitari per circa 6 milioni di persone attualmente assistite, ma considerando anche parenti a carico, il settore della sanità integrativa conta oltre 11 milioni di assistiti, ovvero il 16,3% degli italiani.
"Quasi tutti i fondi hanno una clausola che prevede che la rimborsabilità di un medicinale a patto che sia presente nel prontuario farmaceutico - evidenzia Marco Vecchietti, direttore generale di Previmedical, società specializzata nei servizi per la sanità integrativa e amministratore della compagnia assicurativa Rbm Salute - molti fondi con garanzie anche alte hanno questo 'paletto', tranne rarissime eccezioni. Ad esempio quelli per super-manager di banche o dirigenti di multinazionali, con uno standard dunque superiore. Ma conosco, ad esempio, due fondi, uno di una grandissima banca italiana e uno di un'azienda multinazionale con un importante stabilimento nel nostro Paese, che nella fascia più alta, non rivolta alla dirigenza ma a 10-20 persone del consiglio di amministrazione, che non pongono limitazioni. E ci sono state tre richieste per il sofosbuvir".
"La 'ratio' sta nel fatto che queste persone con ruoli apicali lavorano molto anche fuori dall'Italia ed è chiaro che devono avere la stessa copertura per farmaci o cure rispetto all'inquadramento di altri Paesi. Mediamente, però, i Fondi si comportano in questo modo: il punto di riferimento è quindi la presenza del farmaco nel prontuario", afferma.
C'è poi la voce dei pazienti: "Alcuni malati ci hanno chiamato per chiedere informazioni sui Fondi integrativi - dice Ivan Gardini, presidente di Epac, associazione dei malati di Hcv - ma uno in particolare mi è rimasto impresso perché diceva che il suo fondo avrebbe coperto il costo della terapia solo se il paziente aveva scoperto la malattia da al massimo 3 anni. Francamente mi sfugge il razionale di tali vincoli, ma mi sono fatto l'idea che ogni fondo abbia regole e balzelli tali da impedire esborsi costosi". Intanto, una petizione partita su Change.org dal titolo 'Trovare i soldi per il Sovaldi' ha raggiunto in pochi giorni oltre 100 firme.
"Nella rilevazione che conduciamo con il Censis sulla spesa sanitaria privata - aggiunge Vecchietti - poniamo sotto osservazione soprattutto la spesa farmaceutica, che è per noi l'area di maggiore interesse: ne è emerso che il 56% della spesa 'out of pocket' (quella sostenuta dai cittadini di tasca loro) è composta da medicinali. Per chi come noi lha 'obiettivo di assicurare una copertura della spesa privata, rimborsare il farmaco è molto importante".
"In chiave prospettica, per far sì che i Fondi siano sempre più efficaci - propone - sarebbe interessante che le aziende farmaceutiche estendessero anche a noi la 'convenzione' che hanno le strutture sanitarie del Ssn. Quello che ci viene chiesto, in fondo, è essere un finanziatore parallelo del Ssn e questo meccanismo non può prescindere da una tariffa convenzionata tra chi produce e chi poi paga. Non ci sono state molte risposte, solo un paio di aziende si sono mostrate interessate. Sarebbe importante sia per i fondi, ma anche per le stesse aziende farmaceutiche: con le crescenti difficoltà economiche i Fondi potrebbero, in un'ottica sempre integrativa, tentare di risolvere almeno in parte i problemi".
Articolo a cura di Barbara Di Chiara
Giornalista Adnkronos
 

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